mercoledì 11 ottobre 2017

Biografia





Veronica Mazzucchi nasce a Varese il 24 ottobre 1975.
All’età di 20 anni, dopo aver interrotto gli studi umanistici si trasferisce in Inghilterra dove comincia a lavorare per una piccola azienda di abbigliamento. Rientrata in Italia, decide di voler continuare la sua attività professionale nel settore “Moda” così, anche grazie alla conoscenza della lingua inglese inizia anche a viaggiare molto.


Dal 2001 al 2004 (a seguito della sua prima visita nell’estate del 2001) si instaura tra l’artista e l’isola di Capo Verde una connessione profonda, tanto da cominciare la stesura di un progetto di cooperazione che promuoverà anche attraverso l’Arte.
In questi anni, da autodidatta, comincia a mettere su tela il suo grande Amore per l'Africa :"Terra come sangue" sarà il leitmotiv del suo lavoro che terminerà nel 2006, dopo una permanenza di tre mesi in Senegal.
Qui collabora alla realizzazione di un atelier per disabili, in un villaggio non molto lontano dalla città di Thiès. Ha modo di conoscere e frequentare alcuni artisti locali, di esercitarsi in alcune tecniche come l’utilizzo della sabbia e il batik.


Nel 2006 si tiene la sua prima mostra di pittura, le opere esposte ripercorrono il tempo trascorso nella terra d’Africa. Segue un periodo di silenzio artistico.


Veronica ricomincia a dipingere nel 2010, dopo aver intrapreso un percorso terapeutico, incluse sedute di arteterapia.
Inizia così quello che l'artista definisce il suo secondo periodo, dove prende vita “La favola di Psiche e Soma”.
La produzione creativa è divenuta una ricerca continua, senza però rinunciare al suo valore autentico, ovvero efficace strumento di lettura delle continue relazioni emotive tra la sua vita e la patologia.
Ora lavora sia a livello pittorico che scultoreo su un'immagine del corpo che nasce dalla visione di anime e figure ferite, un'urgenza del fare arte che si manifesta nel suo segno e nella scelta dei materiali. Un’indagine profonda che si rivela come cura del corpo a partire dalla cura della mente.
I suoi “personaggi” sono in preda a continue trasformazioni. L’identità oscilla tra accettazione e rifiuto del sé, in netta scissione tra l'essenza corporea e la consapevolezza dell’interiorità.
Marcel Proust ne “Alla ricerca del tempo perduto” diceva che si guarisce da una sofferenza solo a condizione di sperimentarla pienamente. È quello che fa Veronica Mazzucchi.


Ha partecipato a diverse mostre e soprattutto si è fatta portavoce di un progetto atto a promuovere le terapie culturali in ambito di malattie croniche, collaborando anche con diverse realtà ospedaliere di Varese e di Milano.
Collabora inoltre con il laboratorio artistico “la tana delle costruzioni” di Vedano Olona ed è membro dell’associazione culturale Parentesi presso lo Spazio Lavit di Varese.


La sua formazione, cominciata nel 2010, prosegue ancora oggi con la frequentazione di corsi privati di disegno figurativo e scultura presso studi di artisti residenti a Varese.